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Quand'ero fiume

«Arte e tempo», XII, 4, 2015

Quand’ero fiume mi scapicollavo giù per il monte, ribelle. Non correvo come tutti i corsi d'acqua da Nord a Sud, ma imponevo originalità alle valli scorrendo da Est a Ovest.

D’inverno mi insinuavo tra nevi e ghiacci, poi scomparivo nel sottosuolo, ne baciavo le profondità e rinascevo, qualche chilometro più sotto, in una spudorata frescura. Trattenevo in me i colori, mi confondevo con i sussulti della terra. E poi giù tra gli alberi e le grandi rocce, mentre da lassù le severe montagne mi sorvegliavano prima che mi adagiassi in un placido grembo. Rivolo, torrente, lago e sempre fiume.

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